Franco Califano ha invocato per se la legge Bacchelli, norma approvata nel 1985 che prevede l'assegnazione di un compenso straordinario vitalizio a cittadini che si siano distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport e che versano in situazioni di indigenza: il "Califfo", che dal 15 luglio di quest'anno in seguito ad un incidente - una brutta caduta dalle scale, che gli ha provocato la rottura di tre vertebre - ha perso la "sua unica fonte di reddito, cioé le serate", vorrebbe che fosse applicata anche per sé la legge che già garantì un redditto a - tra gli altri - Umberto Bindi e Alda Merini. Non ricevendo nessuno sostegno dalla royalties ("Io non so bene come funzioni la Siae, so soltanto che prendo circa diecimila euro a semestre. Sempre diecimila, misteriosamente non aumentano né diminuiscono mai", dice lui a Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della Sera), in cantautore romano si appella al Ministero della Cultura: "Credo di aver tutti i requisiti per beneficiarne: ammetto in passato di aver compiuto diversi errori, ma oggi come oggi sono con le spalle al muro". Dalla sua parte si è schierato subito il senatore Domenico Gramazio: "Presenterò al ministro Bondi la proposta nella quale chiedo di applicare a Califano la legge Bacchelli. Perché è un poeta che ha scritto alcune delle canzoni più belle della storia della musica leggera italiana e si trova in una situazione non florida".